Un Fondo di 12 miliardi per favorire il pagamento da parte di enti locali, regioni e Asl dei debiti commerciali scaduti. Sarà questo uno dei piatti forti previsto dal decreto legge «Rilancio» per le autonomie, che all’art. 125 della bozza che sta circolando in queste ore, dovrebbe consentire di attivare anticipazioni di liquidità a favore degli enti territoriali, destinate ad accelerare il pagamento dello stock di debiti, maturati sino al 31 dicembre 2019 nei confronti dei propri fornitori di beni e servizi, assicurando liquidità alle imprese, con benefici per l’intero sistema economico nazionale.
Lo sblocca debiti 2020, riedizione di quello del 2013, potrà contare, come detto, su una dotazione di 12 miliardi per il 2020. Sarà splittato in due sezioni. La prima, con una dotazione di 8 miliardi, sarà destinata al pagamento dei debiti diversi da quelli finanziari e sanitari. Di questi 8 miliardi, 6,5 saranno destinati agli enti locali e un miliardo e mezzo a regioni e province autonome. La seconda sezione avrà invece una dotazione di 4 miliardi è sarà destinata al pagamento (da parte delle regioni) dei debiti degli enti del servizio sanitario nazionale.
Gli enti che, essendo in carenza di liquidità, non possono far fronte ai pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2019 per somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali, potranno chiedere l”anticipazione di liquidità con delibera di giunta da adottare tra il 15 giugno e il 7 luglio. Le anticipazioni di liquidità non comporteranno disponibilità di risorse aggiuntive per gli enti richiedenti, ma consentiranno di superare temporanee carenze di liquidità e di effettuare pagamenti relativi a spese per le quali è già prevista idonea copertura di bilancio. Le anticipazioni, inoltre, non costituiranno indebitamento. Il decreto Rilancio fissa una dead line molto precisa entro cui le anticipazioni dovranno essere concesse, ossia il 24 luglio. I fondi ricevuti per pagare i debiti commerciali dovranno essere restituiti con un piano di ammortamento a rate costanti comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino a un massimo di 30 anni. Le rate annuali saranno corrisposte a partire dall”esercizio 2022 e non oltre il 31 ottobre di ciascun anno.
L’iniziativa è cofinanziata dal POR FESR Sardegna 2014-2020 – Linea d’Azione 1.3.1 – “Rafforzamento e qualificazione della domanda di innovazione della PA attraverso il sostegno ad azioni di Precommercial Procurement”.