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L’isola in movimento. Intervista a Vincenzo Francesco Perra

31 Gen 2013

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Sardegna Ricerche – recita il sito internet – ha come mission “la promozione della ricerca e del trasferimento tecnologico e lo sviluppo dell’economia della conoscenza”. In che modo questo nuovo sportello si inserisce nelle attività dell’azienda? Com”è nato e in che cosa consiste il progetto?

Sardegna Ricerche ha una storia consolidata di consulenza e supporto alle imprese della regione. Negli ultimi anni ci siamo dedicati in modo particolare ai temi dell’innovazione e della ricerca scientifica, ma la nostra attenzione al mondo imprenditoriale sardo è costante.

Quello di cui ci siamo accorti negli ultimi tempi è che le imprese sarde hanno difficoltà a vincere i bandi pubblici (compresi quelli regionali) e in particolare che sono frequenti le esclusioni già in fase di valutazione amministrativa. Ci sono, poi, ulteriori difficoltà in fase di valutazione delle offerte tecniche nelle gare con criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, cioè basata su parametri tecnici oltre che economici.

Non esiste necessariamente un problema in termini di difficoltà o capacità tecnica per le imprese sarde ad eseguire le commesse, quanto difficoltà nella formulazione di offerte tecniche. D”altronde, come sanno bene gli addetti ai lavori, partecipare ai bandi richiede una professionalità a sé, che va acquisita.

La volontà della Presidente Maria Paola Corona, che conosce direttamente il mondo delle imprese private, unita allo Small Business Act dell’Unione europea, che ha dettato le 10 regole sull’innovazione per la pubblica amministrazione nel rapporto con il privato, hanno dato il via al nostro progetto.

Quali sono le fasi?

Intanto, un’indispensabile analisi di mercato per capire quali sono le imprese sarde che partecipano agli appalti, di cosa si occupano e che caratteristiche hanno.

Quali sono le merceologie principali dei bandi pubblici in Sardegna, e come si configura il tessuto imprenditoriale della regione?

Intanto va detto che la Regione muove il 60% del Pil sardo, quindi l”impatto sul mercato è enorme. I suoi bandi riguardano soprattutto servizi: dalla tecnologia al marketing alla comunicazione. La composizione delle aziende sarde segue la media italiana: 96% piccole e medie imprese, 98% delle quali sono microimprese. I nostri interlocutori sono perciò prevalentemente gli imprenditori che gestiscono da soli, o quasi, la propria attività. È chiaro che in queste condizioni risulta difficile seguire un universo – ahimé – così complesso come quello degli appalti pubblici. Anche per questo gli imprenditori si avviliscono e rinunciano.

È anche significativo che, su migliaia di aziende, siano solo 101 quelle iscritte al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA) di Consip e 180 quelle in corso di validazione. Le imprese non hanno ancora recepito la rilevanza di questo nuovo mercato degli appalti, che dopo le varie norme sulla ‘spending review’ ha assunto un ruolo di rilievo.

Che supporto intendete dare agli imprenditori?

Abbiamo messo in piedi una serie di attività seminariali, di formazione e di consulenza, con l”obiettivo di dare un impulso allo sviluppo di una cultura manageriale. In poche parole: vogliamo dare risposte ai dubbi, creare momenti di incontro tra tutti gli operatori, sia domanda che offerta, del mercato degli appalti pubblici.

La cultura manageriale aiuta l”imprenditore, ma resta un mondo degli appalti estremamente diversificato, che richiede tempi infiniti per la preparazione…

Oggi abbiamo situazioni in cui un singolo ente può avere decine di uffici che fanno altrettanti bandi, tutti diversi. Un piccolo imprenditore non ha il tempo per prepararli tutti. È necessario creare economie di scala anche in questo ambito, e lo si può fare sviluppando sinergie fra stazioni appaltanti.

Il secondo punto del progetto riguarda proprio lo sviluppo della coesione e partecipazione di tutti i portatori di interesse, comprese le università, i sindacati, le associazioni di categoria etc. per analizzare i risultati delle attività dello Sportello e progettare altre attività.

I 15 giorni di formazione e 15 di laboratorio previsti per il primo anno del progetto vedono la partecipazione congiunta di stazioni appaltanti e imprese.

Con questa formula ci proponiamo di abbattere il muro di pregiudizio che separa i due lati del mercato degli appalti pubblici. Le imprese e le stazioni appaltanti potranno farlo, studiando, parlando, discutendo e progettando le attività di laboratorio insieme.

Per passare poi dalla sperimentazione in aula al lavoro vero e proprio abbiamo previsto anche un servizio di consulenza gratuita alle imprese, che si svolgerà sia on site che on line.

Il network sarà attivo anche online.

Stiamo per lanciare il portale con una banca dati attraverso la quale ci potrà essere l’incontro del mondo della domanda con quello dell’offerta. Ma non solo: il portale servirà anche a individuare le aziende simili con cui sviluppare le Reti d’Impresa, o anche creare riunioni temporanee per partecipare agli appalti in forma congiunta.

Il vostro progetto ha un termine?

La prima fase si conclude a giugno. Con la valutazione degli effetti e ricadute sul sistema, sapremo dove indirizzare e rendere più efficiente il nostro progetto.

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