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L’isola in movimento. Intervista a Valeria Fois, Mi.no.ter Spa

30 Giu 2014

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Quali sono a suo avviso le prospettive evolutive del mercato della progettazione e dei lavori pubblici in Sardegna? Su quali fattori si può innescare la ripresa economica e il rilancio dell’edilizia e di conseguenza del settore della progettazione?

Siamo dinanzi ad uno scenario che sta mutando rapidamente e radicalmente cui occorre fra fronte non solo dal punto di vista economico-produttivo ma soprattutto sul fronte culturale e psicologico. La crisi di questi anni è una crisi strutturale  che sta cambiando profondamente il nostro modo di lavorare. Il tema cruciale è dunque quello della riconversione dei geometri e degli ingegneri, che sono vissuti in un mondo che adesso sta scomparendo.

Qual è la vostra esperienza in materia di gare pubbliche?

Ci siamo avvicinati al mercato pubblico proprio per reagire alla situazione di difficoltà del mercato privato. Il settore pubblico rappresenta una grande opportunità per noi, ma occorre far capire agli ingegneri e ai professionisti che il pubblico ha caratteristiche e connotati diversi rispetto al privato. Il sistema dei prezzi, ad esempio, è molto diverso e le tariffe che dobbiamo applicare al pubblico sono molto più basse. D’altra parte il pubblico può darci la possibilità di guardare a nuovi mercati, di progettare nuovi prodotti e dunque può rappresentare una leva di innovazione e riposizionamento importante.

In quali settori vi sono le maggiori opportunità di ripresa e riqualificazione?

Se la crisi economica degli ultimi anni sta ancora dispiegando i suoi drammatici  effetti, con la conseguenza che, anche per il 2013, si assiste  ad una caduta nel numero delle procedure di affidamento e di aggiudicazione, che investe in maniera trasversale tutte le stazioni appaltanti e tutti i settori, vi è, d’altro canto, la convinzione che il sistema economico e, di conseguenza, anche la domanda pubblica, dovranno riposizionarsi su settori innovativi, dove vi sono margini di mercato ampi e in  espansione. Questi settori dovranno guardare all’integrazione tra innovazione, sviluppo sostenibile, efficientamento  energetico  e portare ad un rinnovamento complessivo delle modalità e dei settori di spesa. Solo sul settore del recupero e della riqualificazione urbana alcuni studi recenti evidenziano la disponibilità in Italia di ben 2 mld. di mq di superficie e la presenza di 4,5 mln. di edifici da ristrutturare.

L’internazionalizzazione rappresenta un’opportunità per il vostro settore?

Sicuramente si, ma è una strada molto difficile da percorrere, soprattutto per gli studi piccoli e quelli che hanno una gestione tradizionale, con ingegneri e professionisti di età avanzata che fanno fatica a proiettarsi sui mercati esteri.
Dal punto di vista dei mercati, occorre distinguere tra:

  • il mercato europeo: a livello europeo grandi bandi di progettazione non ce ne sono e la vera sfida per noi “piccoli” è quella di riuscire ad accedere alle risorse di Horizon 2020
  • il mercato internazionale: alcuni colleghi lavorano molto nei paesi arabi e nel Sud est Asiatico, ma in questi mercati lontani servono anni e anni di esperienza e di consolidamento e vi sono problemi legati anche al riconoscimento dei titoli di studio

Quali sono i fabbisogni delle imprese del settore? In che modo un servizio come quello dello Sportello Appalti Imprese potrebbe aiutarvi ad esser più competitivi sul mercato?

Abbiamo bisogno di molta formazione, sia per creare nuove figure professionali, in grado di interfacciarsi con la PA, sia per creare reti e partenariati di impresa. Il fatto che molte imprese provengano da fuori non è necessariamente un aspetto negativo: noi dobbiamo imparare a lavorare con gli altri e a costruire partenariati stabili che ci consentano di apprendere e fare esperienze  innovative.

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