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L’isola in movimento. Intervista a Rita Mele

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Come nasce il Cospes Sardegna e quali servizi offre?

Il Cospes  Sardegna (Centro di Orientamento Scolastico, Professionale e Sociale) è un’associazione di promozione sociale operativa  in Sardegna fin dai primi anni Settanta. L’associazione non ha scopo di lucro e le sue attività si ispirano  alla tradizione educativa salesiana.

L’associazione ha come finalità istituzionali la formazione, l’orientamento, la ricerca, lo sviluppo, la promozione umana e l’integrazione sociale delle persone, in particolare dei giovani  e di coloro che presentano problemi di disadattamento o vivono in situazioni di disagio. Nel tempo  l’associazione ha ampliato la propria sfera di attività, operando anche sui temi della povertà, del disagio mentale, del recupero, sviluppando forme di collaborazione sempre più evolute con le cooperative sociali di tipo B.

Cospes opera in tutto il territorio della Sardegna e anche fuori dalla regione.

Qual è la vostra esperienza sui bandi pubblici?

Cospes lavora da anni sui finanziamenti regionali attraverso la partecipazione ai bandi di formazione finanziati dai POR. Solo recentemente, l’associazione ha iniziato a partecipare agli appalti pubblici, con l’obiettivo di ampliare il mercato  di riferimento, essere in grado di rispondere alle richieste del territorio, valorizzare le proprie competenze distintive nel settore dei servizi sociali.

Quello che abbiamo riscontrato nella partecipazione ai bandi pubblici è la necessità di essere molto ben preparati in fase di presentazione dell’offerta, però, a differenza della formazione finanziata, il processo esecutivo è più semplice dal punto di vista della gestione amministrativa e comporta meno passaggi burocratici.
Un aspetto per noi essenziale nella partecipazione agli appalti pubblici è il partenariato:  fino ad oggi non abbiamo mai partecipato da soli a nessuna gara: questo a nostro avviso è un plus distintivo, che richiede molto lavoro in fase di offerta ma che poi risulta premiante nella fase di svolgimento del servizio, quando i vantaggi dell’integrazione delle competenze sono innumerevoli. Quello che abbiamo riscontrato nella nostra breve esperienza è che la cooperazione crea nuova  cooperazione e il networking è essenziale per presentare progetti di qualità.

Come siete strutturati per partecipare agli appalti pubblici e quali sono le competenze chiave necessarie?

All’interno della nostra organizzazione vi  è un progettista che ha un ruolo fondamentale nella elaborazione e formalizzazione dei progetti.  Oltre a questa figura si attivano di volta in volta diverse professionalità con competenze specifiche nella costruzione del budget, nella formazione dei gruppi di lavoro, nelle relazioni con altri soggetti. Si tratta cioè di fare un lavoro di squadra.

Le competenze che servono per poter partecipare agli appalti riguardano dunque non soltanto l’aspetto giuridico-normativo, che è comunque essenziale, ma anche l’aspetto economico,  relazionale e comunicativo.  Ad esempio è importante essere in grado di capire quando è bene partecipare ad una gara pubblica e quando invece è più opportuno non partecipare: in questo caso la decisione richiede la capacità di analizzare e ponderare bene i vantaggi e gli svantaggi della partecipazione e valutare l’impatto che la preparazione dell’offerta può avere sulla struttura organizzativa.

Come valuta l’esperienza dello Sportello Appalti Imprese e quali servizi dovrebbe offrire?

I seminari che abbiamo svolto con il supporto dello Sportello Appalti imprese sono stati per noi molto utili, proprio al fine di acquisire gli strumenti normativi ed operativi per  leggere i bandi, preparare le offerte, costruire i giusti partenariati, rispondere in maniera efficace.

L’esperienza formativa con lo Sportello Appalti è poi strategica  per due altre regioni:
1.    perché “organizzata in casa”, per cui consente di partecipare ai corsi e allo stesso tempo continuare il lavoro in azienda;
2.    perché ci ha permesso di entrare in contatto non solo con altre cooperative simili a noi, ma anche con le stazioni appaltanti, con le quali il dialogo diretto è molto raro.

Noi crediamo che la sfida dei prossimi anni sia proprio quella di far  passare il messaggio della rete e del networking tra noi aziende:  spesso l’imprenditore è oberato dalla quotidianità e dalla necessità di garantire la sopravvivenza dell’azienda e fa fatica a concentrarsi su attività che hanno un ritorno nel medio-breve periodo. Questo è comprensibile, ma occorre lavorare sulla cultura e sulla consapevolezza del sistema imprenditoriale affinché sia in grado di cogliere le opportunità che possono provenire dal settore pubblico.

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