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L’Isola in movimento. Intervista a Mauro Barberio, esperto di Appalti innovativi dello Sportello Appalti Imprese

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Cosa sono gli appalti innovativi? Perché  l’Unione Europea ci sta investendo così tanto (in termini di risorse destinata a bandi) e in che modo possono essere un volano per  promuovere l’innovazione e la ricerca e dunque la competitività delle economie nazionali e locali?

Possiamo definire gli appalti innovativi come un altro modo, un differente approccio, di sviluppare lavori, servizi e forniture utilizzando dinamiche procedimentali innovative (procedura con negoziazione, dialogo competitivo, partenariato per l”innovazione e appalto pre commerciale), tese a scegliere e valorizzare soluzioni utili per la pubblica amministrazione ma con alto livello innovativo. In questi termini l”Unione Europea, che sente il ritardo accumulato in materia rispetto a Stati Uniti, Giappone e Corea, ha avviato un”attività di promozione capillare e di massivo finanziamento di questi strumenti. Strumenti mediante i quali l”UE ritiene, a buon diritto, di sviluppare l”innovazione, migliorare i servizi e creare, quindi, maggiore benessere.

Lei sta collaborando con Sardegna Ricerche e lo Sportello Appalti Imprese nello sviluppo di un percorso formativo per  la PA volto a diffondere la conoscenza dei principali strumenti: appalti precommerciali, dialogo competitivo, partenariato per l’innovazione e procedura competitiva con negoziazione. Come saranno articolati i laboratori? Quali sono le finalità strategiche che si intende perseguire?

Fondamentalmente io spero di far conoscere quegli strumenti cui lei ha fatto riferimento dal lato pratico e non meramente accademico. Spiegando che ci sono molte opportunità da cogliere attraverso un corretto uso di certi istituti e che, sostanzialmente, si dovrà ‘osare’ un po” per andare oltre le solite procedure aperte o ristrette, totalmente inadeguate per rispondere alle sfide attuali che l”UE sollecita.

Tutti e quattro gli strumenti che saranno approfonditi nel corso dei laboratori prevedono un dialogo tra domanda e offerta di innovazione che trasforma completamente il rapporto tra stazione appaltante e fornitore e che richiede l’attivazione di un dialogo costante e per step successivi  con il mercato. Come si concilia nel nostro Paese questo nuovo orientamento e direi quasi “fiducia” nel mercato con un legislazione che invece spesso tende a irrigidire i ruoli e a determinare una fuga dalle responsabilità per il funzionario/dirigente?

Oggi il problema non è più la normativa che, in termini generali, è oramai la medesima in tutto l”ambito comunitario. Preoccupano il pubblico funzionario soprattutto una qual certa ‘invasività’ dell”ANAC e il rischio, a volte, che in ambito penale si possa fare, in prima analisi, l”equiparazione tra illegittimità amministrativa e illiceità penale. Questi aspetti tolgono serenità e frenano la ‘fantasia’ delle stazioni appaltanti che, deliberatamente e, ove possibile, fuggono dalle scelte discrezionali e innovative per ‘rifugiarsi’ nel pacifico mondo del ‘già fatto’ e ‘già visto’.

Perché le stazioni appaltanti, oggi vessate da procedure di gara iperburocratiche e da una normativa soffocante dovrebbero avventurarsi negli appalti innovativi? Cosa dovrebbe fare il legislatore per incentivare l’uso di queste procedure?

Il legislatore ha già fatto quanto doveva, fornendo strumenti adeguati per rispondere alle sfide attuali verso cui l”Unione Europea spinge gli stati membri. La verità – ed è ciò che cercherò di spiegare – sta nel fatto che tali procedure di gara innovative sono, decisamente, meno burocratiche di quelle ‘classiche’. Il segreto, di Pulcinella, cui aspira questo corso sta tutto qui. Laddove vi sarà la possibilità concreta di utilizzarli, gli appalti innovativi rappresenteranno una dinamica che, oggettivamente, potrebbe risultare ‘liberante’.

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