Di cosa si occupa la vostra azienda?
Genia Noa è una giovane azienda specializzata in bioedilizia e soluzioni di risparmio energetico per le abitazioni. La società realizza:
- case in legno con pareti portanti e solai in pannelli di legno multistrato (X-Lam)
- case in muratura con blocchi di argilla espansa, laterizio o mattoni di argilla cruda (ladiri)
- coibentazione e isolamento termo-acustico, termo cappotto in sughero
- impianti da fonti rinnovabili: solare termico, fotovoltaico, biomassa, geotermico, eolico
- domotica
- certificazioni energetiche
- pratiche di concessione edilizia e dichiarazione inizio attività (DIA)
- solai e tetti in legno
- tetti, pareti e facciate ventilate
- impianti di riscaldamento radianti a pavimento, parete o soffiato, con integrazione solare
Lavoriamo principalmente in Sardegna ma siamo interessati ad espanderci anche sul mercato nazionale. Offriamo un servizio completo di progettazione, costruzione o ristrutturazione, inclusa la ricerca del terreno adatto, gli aspetti architettonici e di design, la valorizzazione del paesaggio adiacente. Le nostre materie prime provengono dalla Sardegna: utilizziamo soprattutto aziende che producono lana di pecora per l’isolamento interno e il sughero per l’isolamento esterno. Il legno invece lo importiamo dall’Austria.
Come si sta sviluppando il settore dell’edilizia sostenibile in Sardegna?
Dal punto di vista delle opportunità, il settore della bioedilizia è sicuramente un settore in crescita, che in questo momento di grave difficoltà dell’edilizia tradizionale può rappresentare un importante volano di innovazione, cambiamento e riposizionamento competitivo.
Nel settore pubblico vediamo buone opportunità per l’edilizia popolare e la ristrutturazione del patrimonio immobiliare attraverso interventi di riqualificazione energetica degli edifici e isolamento a cappotto in sughero. C’è da dire che l’edilizia sostenibile è anche un concetto “di moda” di cui tutti parlano, spesso senza avere una chiara conoscenza del settore. “Bioedilizia” non significa infatti solo fare strutture in legno ma avere un approccio integrato e sostenibile riguardo a tutti i materiali utilizzati che devono rispondere in modo omogeneo a criteri di risparmio energetico e maggiore efficienza. Non caso noi selezioniamo solo materiali che hanno una certificazione ambientale e applichiamo i nostri valori a tutti i componenti della filiera
Da questo punto di vista, occorre lavorare molto per accrescere i livelli di conoscenza ed informazione, per far capire che dietro la bioedilizia vi è una “filosofia” diversa dell’abitare e questa consapevolezza va estesa sia tra i privati cittadini sia nel mondo pubblico.
Riscontrate un qualche segnale di miglioramento nel settore dell’edilizia?
Il mercato non sta riprendendo e la situazione attuale vede un’edilizia tradizionale in panne e un’edilizia innovativa che si sviluppa con fatica, sia perché le opportunità che provengono dal mondo pubblico attraverso bandi di gara sono ancora piuttosto scarse ma anche per la presenza di un tessuto produttivo che deve ancora crescere e consolidarsi nella qualità dei prodotti. Le imprese infatti hanno due tipologie di problemi:
- non colgono a pieno la sfida dell’innovazione e “vendono” per bioedilizia ciò che non lo è, con conseguenze negative sulla qualità del mercato;
- sono imprese molto piccole ed hanno problemi notevoli di liquidità: nel caso della bioedilizia il tempo dell’investimento deve essere molto breve, cioè il lavoro deve essere portato avanti e concluso il più rapidamente possibile per evitare che la struttura in legno sia essere lasciata “scoperta” e sottoposta ad un rapido deterioramento: l’imprenditore dunque deve anticipare liquidità fino al completamento dell’opera e questo richiede una certa solidità finanziaria.
Il consolidamento e la professionalizzazione delle imprese è dunque una prima sfida strategica per lo sviluppo futuro del settore.
Come vede il mercato degli appalti pubblici in Sardegna e quali sono i principali fabbisogni?
La mancanza di informazione e di conoscenza che riscontriamo nei soggetti privati caratterizza spesso anche l’interlocutore pubblico. Dal lato delle stazioni appaltanti è evidente una certa difficoltà a scrivere capitolati adeguati e progetti concretamente realizzabili. I problemi maggiori sono nella fase di progettazione poiché anche nel caso di progetti definitivi si riscontrano poi numerosi problemi sul piano della cantierabilità. Questo fa si che le gare che escono siano ancor molto poche e spesso non tecnicamente adeguate.
Insomma, rispetto alle potenzialità del mercato pubblico, molto deve essere ancora fatto e auspichiamo che possano essere avviate iniziative di formazione rivolte alle stazioni appaltanti proprio per far conoscere maggiormente il settore e apprendere le modalità di costruzione dei capitolati. Questa ci sembra la seconda sfida strategica per lo sviluppo del settore, insieme al consolidamento del tessuto economico.
State guardando fuori dai confini nazionali e siete interessati a percorsi di internazionalizzazione ?
Certamente occorre guardare anche fuori dai confini nazionali e la Romania è ad esempio un Paese molto interessante. Il recente seminario dello Sportello Appalti Imprese a Cagliari sulle opportunità in questo Paese ci ha fatto capire che il processo è complesso e richiede una certa solidità economica e finanziaria, per cui stiamo valutando se e come procedere.
In Romania il settore della bioedilizia è in crescita e in particolare le case in legno sono molto diffuse. Noi in Sardegna viviamo ad esempio il problema della competizione che viene dagli operai romeni specializzati in questo settore che vengono a lavorare sul territorio e forniscono manodopera specializzata e competenze tecniche anche di buon livello a costi ovviamente più competitivi rispetto ai nostri.
L’internazionalizzazione quindi ci interessa ma non vogliamo improvvisare, per cui il supporto dello Sportello Appalti Imprese è sicuramente prezioso.